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Monday, 23 June 2014

Italian legends.2.SCILLA AND CARIDDI


The article comes in English and Italian

SCILLA AND CARIDDI


The crossing of a Strait represented the overcoming of boundaries between the known and the unknown, the control of the adverse forces of nature.
Those dangerous areas were usually idenfified with monsters who guarded the passage, who threatened anyone who approached.
Located on the rock in the Strait of Messina , therelived a monstrous creature called Cariddi. She was the daughter of Poseidon and the Earth and, during her life as a woman, had shown great voracity.
When Heracles crossed the Strait with the herds of Gerion, Cariddi devoured animals.
Zeus punished her by hitting her with one of his lightning and threw her into the sea, turning her
into a monster: three times a day Cariddi swallowed water masses and the ships that ventured in her
neighborhood, then spewing the absorbed water.
The legend tells that Ulysses passed through the Strait for the first time, he escaped the monster, but
after the wreck he was aspirated from the whirl Cariddi. Nevertheless he had the cunning to cling to
a fig tree that grew lush at the entrance of the cave where the monster hid, so that when Cariddi threw up the tree, Ulysses was able to reach safety and started sailing again.
In front of Cariddi, on the opposite shore of the Strait, another monster was waiting to catch the sailors out. 

It was Scylla, hidden in the deep and gloomy den, which opened in the smooth and polished rock, inaccessible to mortals.
Two different legends are related to the name of Cariddi. According to the first, Scylla is a female figure, surrounded by six ferocious dogs, devouring everything that passes nearby.
According to the second myth, Scylla was the daughter of Nisus, king of Megara. He remained in-
vincible so long as he kept on his head a golden (or purple) hair. When the city was besieged by Mi-
nos, who wanted to avenge the killing of Androgeus, Scylla fell in love with him and, to let him win, she cut her father's golden hair, after having been promised by Minos that he would marry her if she had betrayed her city for his sake.
Minos indeed defeated Nisus, but when he discovered what crime Scylla had helped him with, he was so horrified that he tied her to the bow of his ship and she drowned. The gods had pity on her and transformed her into a heron. 
 Montorsoli – Cariddi (Messina, Museo Nazionale) 

Montorsoli – Scilla (Messina, Museo Nazionale)

SCILLA E CARIDDI 

L'attraversamento di uno stretto rappresentava il superamento dei confini tra il noto e l'ignoto, di controllo delle forze avverse della natura. Quelle aree pericolose erano solitamente identificate con i mostri posti a guardia del passaggio, che insidiavano chiunque si avvicinasse.
Sullo scoglio situato nello Stretto di Messina viveva una creatura mostruosa, chiamata Cariddi. Era la figlia della Terra e di Poseidone e, durante la sua vita di donna, aveva mostrato grande voracità. Quando Eracle attraversò lo Stretto con le mandrie di Gerione, Cariddi divorò gli animali.
Zeus la punì colpendola con uno dei suoi fulmini e la fece precipitare in mare, trasformandola in mostro: tre volte al giorno Cariddi ingurgitava masse d'acqua con tutto ciò che in essa si trovava, e così inghiottiva le navi che si  avventuravano nei suoi paraggi, poi vomitando l'acqua assorbita.
La leggenda narra che Ulisse transitò la prima volta per lo Stretto, sfuggì al mostro ma, dopo il naufragio, fu aspirato dalla corrente di Cariddi. Ebbe tuttavia la furbizia di aggrapparsi a un albero di fico, che cresceva rigoglioso all'entrata della grotta in cui si nascondeva il mostro, cosicché, quando ella vomitò l'albero, Ulisse poté mettersi in salvo e riprendere la navigazione.
A un tiro d'arco da Cariddi, sull'opposta sponda dello Stretto, un altro mostro attendeva al varco i naviganti. 

Era Scilla, nascosta nell'antro profondo e tenebroso che si apriva nella roccia liscia e levigata, inaccessibile ai mortali.
A questo nome si ricollegano due distinte leggende. Secondo la prima, Scilla è una figura femminile, circondata da sei cani feroci, che divorano tutto ciò che transita nei paraggi.
Secondo la seconda leggenda, Scilla era figlia di Niso, re di Megara. Questi restava invincibile fin - tanto che avesse conservato in testa un capello d'oro (o di porpora). Quando la Città fu assediata da Minosse, che voleva vendicare l'uccisione di Androgeo, Scilla s'innamorò di lui e, per farlo vincere, tagliò il capello del padre, dopo essersi fatta promettere da Minosse che l'avrebbe sposata se ella avesse tradito la propria città per amor suo.
Minosse infatti sconfisse Niso ma poi, scoperto con quale crimine Scilla lo aveva aiutato, inorridito, la legò alla prua della sua nave e la fece annegare. Gli dei si impietosirono e la trasformarono in airone. 
 Montorsoli – Cariddi (Messina, Museo Nazionale) 
Montorsoli – Scilla (Messina, Museo Nazionale)


Excerpts from 'Ethno treasure hunt – Book of traditions”, published by Instituto comprensivo di Santa Teresa di Riva (Me), Italy, coordinated by Rosa Crupi, Linda Cigala, Domenica Crupi, Antonina Morabito, Graphic designer Arch. Tania Consalvo, with the collaboration of Georgi Ivanov, Bulgaria, Domenica Crupi, Italy, Rima Stongvillene, Lithuania, Joanna Wilczynska, Poland, Daniela Buda, Romania, Ozgur Boyaci, Turkey, 2011.

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